Di come sia cominciato tutto... Parte II
Il mondo del "Voice-Over" è un mondo particolare, fatto di Voce e business. Poco a poco dovetti imparare soprattutto che, se vuoi evolverti come professionista, in questo campo, è necessario avere tutte le caratteristiche che ha l'imprenditore senza perdere le tue capacità di "performance artigianali" della Voce. Bisogna sapere di tariffe, bisogna sapere di preventivi, bisogna sapere di gestione e contabilità ed è ormai indispensabile avere delle nozioni di marketing, almeno marketing on-line! Ma non vi tedierò parlandovi di questo, ora. Vi racconterò piuttosto alcune delle avventure in cui la Voce mi cacciava.
Un martedì di ormai sette anni fa ricevetti una chiamata. "Signogh Veneghi?" disse una Voce anziana e non molto amichevole con una forte "r" moscia. "Si, sono io", gli risposi. "Deve venige immediatamente nel mio studio" disse il signore in maniera diretta. Io ero troppo giovane e troppo timido, non capii subito il suo modo. In ogni caso andai all'incontro e, ovviamente, sbagliai indirizzo. Niente di grave! Arrivai con leggero ritardo e, dopo essere salito 5 piani di interminabili scale, suonai al campanello del portone di quella Voce sconosciuta. Si aprii e, dietro, comparve un ometto piccolo di statura (ancora più piccolo di me!) e dallo sguardo serio e pesante: era l'ingegnere del suono preferito da Astor Piazzolla ed ex-socio di Renato Carosone. Da allora ho la fortuna di lavorare per lui e imparare, tra una bestemmia e l'altra (non mie ma sue!), innumerevoli cose sulla registrazione analogica e sui trucchi che doveva utilizzare sulle Voci di Carmelo Bene o Mina.
Ma, oltre a questi aneddoti, ciò che più mi affascinava era rendermi conto che esiste un mondo da noi ignorato la maggior parte delle volte. Una realtà fatta di toni, volumi, ritmi, pause, frequenze, timbri, pronuncie, suoni e che è tanto potente da condizionare completamente le nostre vite e le nostre scelte. Non a caso grosse aziende cone Coca-Cola eseguono vere e proprie operazioni di Vocal Marketing, facendo pronunciare parole chiave ai propri dipendenti di fronte ai clienti. Non a caso Ungaretti diceva che la poesia è questione di orecchio, perché serve ascoltare la Voce più che la parola. Questo nuovo fiorire di Voci, questa primavera della quale divenivo sempre più cosciente mi prendeva... e cominciai a studiare.
Fisiologia dell'apparato fonatorio, anatomia dell'orecchio, fisica acustica, la Voce nella filosofia e nella religione e la Voce nell'attore erano diventati oggetti di ricerca e soggetti di lettura. Ancora oggi lo sono, anche se sono soprattutto interessato al legame tra Voce, neurobiologia e intelligenza delle emozioni. Ed è questa parola "emozione" la chiave nella storia della Voce: la Voce è veicolo di emozione, prima che veicolo di verbo. Per questo motivo diventare sempre più sensibile alla Voce comincio a cambiare la mia vita, donandomi qualcosa di immensamente prezioso: il mio amore.
Ma di questo parleremo nel prossimo post!